Le “Sibille” del Reni e del Domenichino alla Pinacoteca di Bologna.
Occasione per godere de “La sibilla cumana” del Domenichino, in prestito dalla Galleria Borghese di Roma, accanto alla Sibilla di Guido Reni, sapientemente illustrate dal proff. Alessio Costarelli presso la Pinacoteca di Bologna il 14 maggio 2022.
E’ stato un’anteprima del corso programmato da Università Aperta per l’AA 2022-23 sulla storia dell’arte “5 quadri per 5 secoli”.
Il quadro del Domenichino esprime tutta la raffinata e dotta committenza del tardo Rinascimento ed è un superlativo connubio di citazioni mitologiche, religiose ed umanistiche: una giovane che in attesa del vaticinio della divinità non ha timore di mostrare il proprio bagaglio di conoscenze e virtù, a rassicurare il questuante della serena e profonda fondatezza del proprio responso ispirato dal divino. Nella rappresentazione una ricca scelta di sapienti particolari: uno spartito e lo strumento musicali, ornati delle vesti e la vegetazione dell’orto conclusus in cui si ambienta la scena.
Il Domenichino si formò alla scuola dei Carracci, a Bologna; stessa scuola di Guido Reni, autore di un’altra opera che vuole ritrarre la Sibilla: ecco il motivo della comprensenza presso la Pinacoteca di Bologna dei due quadri, un confronto tra due autori che pure avendo simile percorso formativo onorarono il tema mitologico con gesti pittorici e scelte iconografiche diverse.
Guido Reni ritrasse la Sibilla come donna conscia del proprio potere divinatorio sulle umane passioni, nell’atto di elencare ai questuanti del fato quali modi di affrontare il quotidiano. Una donna dalle vesti tutto sommato semplici ma tra le pieghe delle quali aleggia l’esotico mondo di lontani riti e saperi, che sempre esercitavano fascino anche per i ricchi e colti committenti dell’ormai superato mondo della controriforma: nell’ambiente bolognese vi è una cultura che oramai respira umori borghesi e che forse non è più soggiogata dai costanti richiami alle sacre scritture.