Il rapporto tra politica e consumi in Italia nel secondo dopoguerra
Usiamo parole come consumare e consumismo ogni giorno, dando spesso per scontato il loro significato: in verità il consumo ha una storia complessa, e conoscerla ci permette di interrogarci meglio sulla nostra società e sull’origine dei nostri stili di vita, oltre che problematizzare il rapporto tra democrazia e benessere. La “rivoluzione dei consumi” fu un fattore fondamentale per la stabilizzazione delle democrazie postbelliche ed è stata un fenomeno decisivo nel confronto tra blocco est e blocco ovest, dal momento che il concetto di libertà si legò a doppio filo con quello del miglioramento delle condizioni di vita. Tuttavia, per quanto il benessere del boom economico fu un fattore di integrazione dei cosiddetti ceti subalterni, esso innescò anche una serie di processi di rifiuto del passato o di un certo modo di organizzare la società, che si legarono alla circolazione di idee e sollecitazioni culturali e politiche di respiro internazionale.
L’obiettivo di questo corso è quello di mostrare il rapporto tra politica e consumo, per poi entrare nel vivo con dei casi studio specifici del secondo dopoguerra italiano, che toccheranno anche temi come la questione di genere e quella ambientale. Una riflessione finale sarà riservata agli anni Ottanta e alla svolta neoliberale.
Prima lezione: Vizi privati e pubbliche virtù. La classe politica italiana di fronte alla società dei consumi
Seconda lezione: Donna, quindi consumatrice. Il rapporto tra genere e consumo
Terza lezione: Consumo ecologico? Cultura di massa e cultura d’impresa di fronte alla questione ambientale
Quarta lezione: Riprendersi la vita, ripartire dai bisogni: movimenti e controculture dal dopoguerra alla svolta neoliberale
Quinta lezione: Dal consumatore-cittadino all’homo economicus
Docenza: Silvia Pizzirani
Lezioni: 5
Giorno e orario: lunedì ore 18 – 19.30; inizio posticipato al 04/03/2024
Modalità: mista – In presenza o Videoconferenza (Meet). Indicare la modalità scelta nel campo “note”.
Sede del corso: Imola, sede di U.A.
Silvia Pizzirani
Silvia Pizzirani si è laureata nel 2017 con una tesi sul rapporto tra associazioni femminili e consumo energetico in Inghilterra, tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, e nel 2022 ha conseguito un dottorato in Storia, culture e politiche del globale presso l’Università di Bologna con una tesi dal titolo Consumismo virtuoso? Rapporto tra politica e consumi in Italia negli anni Settanta. La sua ricerca si è incentrata sulle conseguenze della crisi del 1973 e sull’analisi del rapporto tra consumo e politica in Italia durante gli anni Settanta, attraverso lo studio di riviste di largo consumo (femminili, d’attualità e di intrattenimento), di fonti raccolte presso archivi d’impresa (Eni e Fiat) e di fonti legate al mondo pubblicitario. Oltre a pubblicazioni e partecipazioni a convegni di carattere accademico, Silvia ha sempre ritenuto importante mettere a servizio della comunità i risultati del lavoro accademico, impegnandosi nel creare occasioni di incontro con la cittadinanza, anche di carattere interdisciplinare. Oltre a numerose collaborazioni con associazioni del territorio (ProLoco, Anpi, Festa Internazionale della Storia), ha partecipato a eventi universitari di divulgazione scientifica e pubblicato tre libri (un quarto in lavorazione) per una delle collane storico-divulgative della Gazzetta dello Sport. Inoltre, è tra le fondatrici di Alea, la prima rivista indipendente di antropologia culturale, aperta a nuove ricerche, all’interazione tra discipline e all’uso di media diversi.