25 ottobre 2020, alle sorgenti del Rio Quaderna
Nell’ambito del corso “Camminare per conoscere” dell’A.A. 2020-21 coordinato da Manuela Krak, accompagnatori e docenti Antonio Zambrini e Fabio Avoni, è stato possibile in sicurezza organizzare la passeggiata e trovare nel territorio, a pochi km da Imola, occasioni di svago e conoscenza condivisa.
Si è svolta nella mattinata di una tiepida domenica autunnale, tra pascoli e campi arati, alla base di pendii dove alla vegetazione si alternavano aree caratterizzate da calanchi, terreni argillosi, in cui emergono formazioni marnose e calcarenitiche: chi mai pensava che quelle dolci colline sono ciò che resta delle ultime propagini dell’Antico Mar Ligure i cui fondali emersi, trasportando rocce e sedimenti fino alla Pianura Padana, sono poi divenuti la Romagna!
Dalla statale via Emilia, presso Osteria Grande, ci si dirige verso Palesio, per via S. Giorgio; alcuni km e si gira per la sterrata via Quaderna dove si è lasciata l’auto e a piedi si è seguito una direttrice che recenti studi vedono come reminiscenza di una antica strada romana: la favoleggiata “Flaminia minor”, che dalla loc. di Quaderna, a metà tra Imola e Bologna, lungo la SS 16, a SO verso Monte Calderaro e oltre, si congiungeva alla ancor oggi nota via Flaminia. Alla fine dell’impero Romano di queste vie secondarie si è perduta la memoria storica; rimasero i tracciati, ad uso delle popolazioni locali che ne garantirono solo una manutenzione sporadica. Per gli spostamenti importanti si preferivano i tratti superstiti delle consolari principali più frequentate, servite e quindi sicure. Dell’antica via lungo il Quaderna sono ancora visibili tratte del basolato originale presso un ponte che venne realizzato in corrispondenza ad un ampio punto di guado del Rio.
Via via risalendo il corso d’acqua si giunge alla sua sorgente: la confluenza di due torrenti che raccolgono acque da diversi bacini imbriferi, versanti di colline circostanti, oltre le quali …ma questa è un’altra storia.
Oggi, partendo dalla Statale via Emilia, dove scavi recenti hanno portato alla luce foro e altri resti ci ciò che nei primi secoli a.C. era un luogo di sosta per viandanti e truppe, si possono trovare diverse aziende agricole ed allevamenti, oltre ad aggregati abitativi. In particolare ha destato interesse l’azienda agricola Lino Zerbini, dove, oltre ai bovini, sono allevati cavalli ed asini di Razza Romagnola: oltre a garantire dall’estinzione una razza di equini, anticamente fidati compagni di vita e lavoro per l’uomo, vi è produzione di latte d’asina e collaborazione con associazioni che promuovono la pet-terapy.
Ha colpito l’estrema dolce confidenza con cui gli asini hanno accolto ed salutato noi, occasionali visitatori.
Tracce di passaggi di fauna selvatica si possono notare lungo le rive dove questa, tra cui probabilmente cinghiali, si reca ad abbeverarsi; sulle rive ghiande, noci e castagne in autunno sono un richiamo ad uscire dalla macchia boschiva ed infatti alcuni cacciatori erano di posta!