Jeff Koons: shine
Jeff Koons, scelta coraggiosa per una mostra a Palazzo Strozzi a Firenze, fino al 30 gennaio 2022. Dopo il periodo Covid si è deciso di riaprire gli spazi espositivi con l’arte moderna, ospitando l’opera di un autore contemporaneo che ha trovato fortuna di critica e nel mercato dell’arte. Koons adotta un lessico per quanto possibile “shining”: materiali lucenti, specchi di vetro e acciaio inossidabile, per loro natura di consistenza pesante ma che, nella “maniera”, con cui la sua espressione artistica trova forma e colore, a divenire gioco per un Gulliver abbagliato dagli stereotipi di una società opulenta, novello Peter Pan che non desidera crescere. Certo che negli anni ’80 non si è fatto mancare proprio nulla convolando a nozze con una esordiente Ilona Staller, che ha incarnato il più proibito pop di un blocco Sovietico, in dissoluzione certo, ma dietro la cui cortina potevano celarsi chissà quali conoscenze a tutto…tondo!!!
Oppure Koons è un abile comunicatore, un “gegnaccio” che, con ariose e mirabolanti evocazioni di classicità, maniera o cartoons si offre alla curiosità di noi fruitori, componenti di quella stessa società contemporanea?
Una “Pastorale americana” in somma, dove nel perseguire la realizzazione del “sogno americano” si può incorrere nella negazione di sentimenti di rispetto, compassione e presa di coscienza delle altrui esigenze. Nell’agire creativo di Koons, protagonista nelle opere come non mai, vi è un retrogusto amaro, ombre di quella società opulenta e abbacinata dallo “shine”, dell’apparenza, e così lo spettatore di questa commedia alla Tennesy Willaims esce dalla mostra portandosi nella mente e nel cuore la sua avventura, di riflesso!